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«La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore». L.Trotsky

Nella prima metà del secolo scorso i nazisti e i loro alleati portarono avanti con progetto criminale, fanatico e feroce lo sterminio di milioni di ebrei e le violenze inaudite nei loro confronti, che negavano il valore della vita di questo popolo. Tutto ciò con la connivenza di tutti coloro che non si opposero a questa crudele follia.

Non sono mancati anche tanti atti di coraggio di persone che hanno aiutato gli ebrei mettendo a repentaglio la loro vita o che l’hanno offerta per salvare anche un solo ebreo.

Ne ricordiamo uno tra tanti: Massimiliano Kolbe, deportato ad Auschwitz il 28 maggio 1941.

La fuga di uno dei prigionieri causò una rappresaglia da parte dei nazisti, che selezionarono dieci persone della stessa baracca per farle morire nel cosiddetto bunker della fame.

Quando uno dei dieci condannati, Franciszek Gajowniczek, scoppiò in lacrime dicendo di avere una famiglia a casa che lo aspettava, Kolbe uscì dalle file dei prigionieri e si offrì di morire al suo posto. In modo del tutto inaspettato, lo scambio venne concesso: i campi di concentramento erano infatti concepiti per spezzare ogni legame affettivo e i gesti di solidarietà non erano accolti con favore.

Kolbe venne quindi rinchiuso nel bunker. Dopo due settimane di agonia senza acqua né cibo,  la maggioranza dei condannati era morta di stenti, ma quattro di loro, tra cui Kolbe, erano ancora vivi e continuavano a pregare e cantare inni a Maria. 

Kolbe e i suoi compagni vennero quindi uccisi il 14 agosto 1941, vigilia della Festa dell'Assunzione di Maria, con una iniezione di acido fenico. I loro corpi vennero cremati il giorno seguente e le ceneri disperse.

Secondo la testimonianza di Franciszek Gajowniczek, Padre Kolbe disse ad Hans Bock, capoblocco dell'infermeria dei detenuti, incaricato di effettuare l'iniezione mortale nel braccio: «Lei non ha capito nulla della vita...» e mentre questi lo guardava con fare interrogativo, soggiunse: «...l'odio non serve a niente... Solo l'amore crea!». Le sue ultime parole, porgendo il braccio, furono: «Ave Maria».